Odiati Gusci

A volte odiamo il nostro guscio, lo dilaniamo, lo vilipendiamo solo per non essere costretti ad ammettere che ciò che odiamo veramente è quello che contiene, il nostro io più profondo. Lo odiamo perché non sappiamo come cambiarlo, come trasformarlo, perché non risponde all’idea che ne abbiamo in testa. Allora ci accaniamo su ciò che sta fuori. Smettiamo di mangiare o mangiamo anche se ci sentiamo sul punto di esplodere. Cerchiamo a tutti i costi di apparire con abiti che non sono fatti per noi. Cambiamo il taglio di capelli e il colore che nemmeno Rihanna in tour. Ci mortifichiamo in storie e relazioni a senso unico, dove le giornate somigliano ad una giungla di coltelli. Ci chiudiamo e non abbiamo voglia di fare niente perché la paura di osare ci stringe alle caviglie e ci impedisce di muoverci. Ci buttiamo in serate e situazioni folli per cercare di ubriacarci di vita ma i postumi sono solo quelli di una sbronza da vino da quattro soldi.

Odiati Gusci, ecco quello che a volte siamo e non vogliamo ammettere. Ci sentiamo chiusi in una bara invisibile, sospesi su una fune sopra un burrone inesistente. Capita a tutti. Prima o poi. Tutti ci svegliamo un giorno in preda ad un delirio muto e soffocante. Può durare un giorno. Può durare anni. Dobbiamo solo capire come saperlo. Come ammettere che siamo un guscio in conflitto con il nucleo. Cosa fare poi non sempre si sa. Non ci sono regole, non ci sono strade. Ci sono solo gusci da riempire e aggiustare.

Ninon

Macro of eggshells on white background

Elogio alla Lettura

Oggi voglio dire qualcosa sulla lettura, la mia passione più grande, che come tutti gli amori vive fasi alterne, ovvero momenti in cui non so cosa leggere e la mente si chiude e momenti in cui vorrei non fare altro ogni secondo della giornata e sento i pensieri finalmente liberi e in pace. Leggere è un po’ come una medicina per l’anima per me. La lettura è in grado di avvolgere la mente e di cullarti nel profondo, chiudendo fuori tutto ciò che di bello o di brutto esiste. Credo che senza lettura, senza tutti quei libri che si accumulano sulle mensole della mia stanza mi sentirei incompleta. Sembra assurdo ma la lettura è la più potente delle droghe. Ti consente di vivere mille e più vite in una sola. Puoi essere chi vuoi, una spietata assassina o una pulzella nella torre in attesa del suo salvatore (ecco questa seconda opzione non fa proprio per me). Puoi vivere fantastiche avventure e girare il mondo senza spostarti di un millimetro. Puoi crearti i personaggi come più ti piace. La voce, l’aspetto, l’incedere. Tutto è unico. I protagonisti di un libro sono sempre nuovi perché nessuno li vedrà mai nello stesso modo. Nemmeno noi se rileggessimo un libro a distanza di anni li vedremmo immutati.

Quando un libro ti coinvolge al punto di non vedere il tempo che scorre, al punto da incazzarti e gioire con i personaggi, al punto che se è parte di una saga ti trovi ad imprecare contro l’autore che ci mette una vita a scrivere dei nuovi capitoli o contro l’editore che non sembra voler pubblicare il proseguo in un tempo ragionevole allora è il libro che fa per te, che è in grado di vibrare sulle stesse onde del tuo mondo interiore. Quando un autore è in grado creare una realtà che sa conquistarti come un vortice inatteso allora possiede un dono inestimabile.

Non credo esistano libri buoni e libri cattivi. Non che non ce ne siano alcuni scritti in maniera pessima, ma magari l’idea di fondo è buona, ha un potenziale che rimane inespresso. Penso che il libro sia giusto o sbagliato solo in relazione ad una data persona, solo se considerato in relazione ad un determinato periodo di tempo. Ci sono libri che a volte non riusciamo a leggere ma che a distanza di anni ci sembrano bellissimi o viceversa. Dipende tutto dallo stato emotivo e vitale in cui siamo. E non è detto che perché un libro piaccia a tutti debba piacere anche noi. Certo ci sono i best seller che evidentemente sanno toccare delle corde più generalmente diffuse di altre. Ma ci sono anche piccole chicche che non sempre sono facili da scovare.

Ecco io voglio qui elogiare la lettura e il potere che ha per me. Perché leggere a volte ci rivela molte più cose di noi di quello che vorremmo credere. A volte ci dà risposte a domande che non ci siamo ancora posti, altre sembra rivelarci un segreto che attendevamo da tempo.Questo non vuol dire che la lettura sia una scappatoia, un rifugio in cui nascondersi dalla realtà. Solo è come lo specchio del nostro universo, del resto i libri che una persona legge ci dicono molto su di lei.

Per questo sono qui a dire grazie alla lettura, ai libri. A chi millenni fa ha inventato qualcosa di così prezioso e puro.

Ninon

Bipolarismo emozionale

Vi è mai capitato di sentirvi come spaccati a metà? Si insomma come le due metà di una pallina da tennis che a volte combaciano perfettamente mente altre sembra non si incastrino mai al millimetro. Ecco io la definisco una situazione di bipolarismo emozionale. Un giorno dentro hai l’estate e quello dopo l’inverno. Hai voglia di uscire e conquistare il mondo ma allo stesso tempo ti senti intrappolato in una vita che non sembra la tua, come se passassi di lì per caso e un gigantesco buco nero ti risucchiasse in un universo parallelo. Oppure stai bene da solo, sai badare a te stesso e te la cavi anche discretamente bene ma una piccola minuscola parte di te ti pungola perché vai nel mondo come un riccio (e non nel senso più piacevole del termine).

Ci si ritrova ad un impasse che sembra senza via di fuga. Si perché quando ci si sente così cosa si fa? Ecco non ho ancora una risposta precisa, forse non l’avrò mai. Chissà. Magari un giorno mi sveglierò e sarò in grado di dar vita ad una nuova corrente filosofica o forse semplicemente rovescerò ovunque latte di avena e quinoa soffiata maledicendomi per la mia goffaggine.

Ma a parte le facezie… la verità è che come sempre non esiste una risposta corretta, esiste solo ciò che è meglio per l’individuo. Passiamo il tempo a pontificare su cosa è giusto e sbagliato, su cosa è bene e cosa è male e perdiamo di vista il punto della questione. Noi stessi. La soluzione siamo noi, trovare la via per essere ciò che vogliamo. Cercare di andare verso la nostra naturale disposizione d’animo. E allora basta dire sempre si o sempre no. Basta cercare di accontentare sempre prima gli altri e poi noi stessi. Basta essere troppo adulti e troppo seri. Lasciamoci guidare dal nostro fanciullo interiore alla riscoperta della capacità di emozionarci, di stupirci. Basta temere il giudizio altrui e compararci sempre agli altri. Siamo noi stessi.

Il fatto è che dal bipolarismo emozionale non usciremo mai, è nella natura umana essere tutto e il contrario di tutto. Volere a poi pensare a b. Siamo pieni di idiosincrasie ed è questo il bello, è ciò che ci rende unici e speciali. Immergiamoci nel bipolarismo emozionale e facciamone un alleato, un punto di forza per evolverci giorno dopo giorno e costruire pezzo per pezzo il nostro io.

Bene. Con questo interessantissimo post di divagazione psicologica fallace e pretenziosa…sono tornata!

Un abbraccio la vostra Ninon

Pensieri di fuoco e di carta: quando l’amore è un’incognita

“Ci sono fuochi magnifici, con fiamme alte fino al cielo. Sembra che nulla possa spegnerli ma poi, al primo vento forte, si spengono in un soffio.
Ci sono fuochi deboli, poco più che braci, che covano nel silenzio assoluto ma basta un alito d’aria a farli bruciare come se a fuoco andasse il mondo intero.”                                   Un pensiero che è nato spontaneo, potente nelle mente. Perché tutti siamo come fuochi. Ognuno con la sua fiamma pronta a divampare o a farsi minuscolo lapillo a seconda delle situazioni, a seconda di chi è di fronte a noi. L’anima è fatta di scintille che hanno solo bisogno di essere alimentate. Possono essere piccole e indifese o grandi e spettacolari. Possono essere di passione, di amore, di odio o rabbia, ma sempre scintille sono. Basta un innesco anche causale a farci esplodere come delle mine vaganti.                                   Per me l’amore e la passione sono fuoco vivo. Preferisco un fuoco debole che cova piano, in silenzio ma senza spegnarsi mai, pronto a divampare al momento opportuno che un fuoco imponente che sembra pronto a divorare tutto ciò che lo circonda ma che al primo soffio d’aria si consuma e muore. L’amore come la vita deve bruciarci dentro, deve farci ardere nel profondo, facendo vibrare le corse più nascose del nostro io segreto. Il desiderio deve essere incandescente, come lava che ci scorre nelle vene. E non parlo necessariamente del desiderio sessuale, anche il solo desiderio di stare insieme, di lasciare che le menti si uniscano e facciano l’amore nei pensieri. L’istinto è il nostro fuoco interiore che ci guida quando cuore e cervello sono in conflitto pronti ad annientarsi a vicenda riducendoci ad un cumulo di macerie.

Ma noi siamo anche carta o meglio siamo come le tessere di un puzzle. Dobbiamo cercare l’incastro perfetto. Non possiamo accontentarci di una tessera qualsiasi solo perché ci stiamo dentro e ci sentiamo belli comodi. Perché appena il piano su cui siamo appoggiati si inclina anche solo di una frazione di millimetro finiamo per precipitare giù, sul fondo. Dobbiamo cercare il nostro incastro perfetto, che non sarà magari il migliore ma è quello giusto che ci tiene ancorati stretti e che non ci lascia mai cadere.                               Siamo come un foglio bianco su sui scrivere ogni volta una storia diversa, su cui imprimere parole e colori. Note di una sinfonia inedita e solo a noi nota.                             Siamo come le pagine strappate di un libro portate dal vento. Non sappiamo mai dove ricadremo e come la narrazione si ricomporrà, conosciamo solo i segni lasciati dall’inchiostro.

Non esistono certezze, non esistono scorciatoie. La vita è una e possiamo viverla davvero solo se rinunciamo ai rimpianti, alle giuste regole al si deve o non deve fare. In amore, nei sentimenti, conta solo quello che si sente davvero, quello che proviamo. Non esiste un giusto o uno sbagliato assoluto, esiste solo quello che davvero vogliamo e quello che è un palliativo. Mors tua vita mea, come si dice. Possiamo accettare di correre il rischio, di camminare sul filo dell’equilibrista sperando che sotto non ci siano fiere terribili pronte a divorarci se cadiamo oppure evitare i rischi o rinchiuderci in una gabbia d’ora e aspettare e aspettare qualcosa che non arriverà mai condannando noi stessi e l’altro all’eterna infelicità. A noi la scelta. Meglio sbatterci e risbatterci la testa che aggirare il mure per trascinarcelo dietro lungo il percorso. La verità ha sempre un peso e comporta sempre un prezzo da pagare. Siete pronti a rischiare per quello che volete davvero?

Ninon